venerdì 27 giugno 2008

Anche noi nel Grand Canyon


Possibilmente armatevi di santa eleganza per dirimere il vostro belligerante corpo attraverso i dispendiosi flutti acerbi.
Se anche per un solo istante avete pensato a quanto fosse arduo conquistare il perimetro di un triangolo isoscele nel mentre si appropinqua a diventare scaleno, beh non avete fatto i conti con la difficoltà che può avere un fotografo a rendere giustizia a tante gocce d'acqua in unico corso. Misericordia per le ogive, cantavano rasserenate le comari nel solstizio d'inverno, ma se poi venivano riprese per il disturbo arrecato ai finti demagogi, esse ritrattavano il sonetto.
Sasso o pietra che sia, la vereconda cisterna non poteva certo contenere spumanti italici, non credete?
Se si facesse luce sul mistero che affligge la carnagione olivastra si comprenderebbero parecchie calde cose e invece si continuano a sperperare denari per studi oligarchici sulla permanente.
Ma poi per chi? Per che cosa?
Quando con gli stessi soldi si potrebbe dare un ragionevole e ragionato contributo allo studio per evidenziare la molecolosità della verruca seborroica indigena.
Peraltro la carta mica sempre è bianca.
Vabbè un'altra settimana è passata e le ciliegie non tornano più una volta mangiate

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