venerdì 27 giugno 2008

Anche noi nel Grand Canyon


Possibilmente armatevi di santa eleganza per dirimere il vostro belligerante corpo attraverso i dispendiosi flutti acerbi.
Se anche per un solo istante avete pensato a quanto fosse arduo conquistare il perimetro di un triangolo isoscele nel mentre si appropinqua a diventare scaleno, beh non avete fatto i conti con la difficoltà che può avere un fotografo a rendere giustizia a tante gocce d'acqua in unico corso. Misericordia per le ogive, cantavano rasserenate le comari nel solstizio d'inverno, ma se poi venivano riprese per il disturbo arrecato ai finti demagogi, esse ritrattavano il sonetto.
Sasso o pietra che sia, la vereconda cisterna non poteva certo contenere spumanti italici, non credete?
Se si facesse luce sul mistero che affligge la carnagione olivastra si comprenderebbero parecchie calde cose e invece si continuano a sperperare denari per studi oligarchici sulla permanente.
Ma poi per chi? Per che cosa?
Quando con gli stessi soldi si potrebbe dare un ragionevole e ragionato contributo allo studio per evidenziare la molecolosità della verruca seborroica indigena.
Peraltro la carta mica sempre è bianca.
Vabbè un'altra settimana è passata e le ciliegie non tornano più una volta mangiate

I've got so much life

Bella l'estate e bello il sole soprattutto quando non piove. In questo spaccato di realtà contadina possiamo vedere i contadini che lavorano curvi sui campi e le contadine che lavorano curve.....e basta. Gli aratri spiccano dal sottosuolo nel quale erano stati riposti per il lungo inverno e i papaveri iniziano a seminare scorie. Ma la principale novità del plenilunnio è che la mosca zebidea non è ancora spuntata dal cavolfiore. Succinte spoglie di una miscredente fatalità che ci porta a pensare quanto bello fosse il medioevo e quanto l'anima di Petrarca possa vagare ignuda per le calli di Rimini.

mercoledì 25 giugno 2008

E se fosse proprio così?

Ma sapete che le scurrili parole che mi arrivarono all'orecchio per colpa, non per demerito, mi hanno solamente fatto comprendere il perchè di tutta quest'erba in un fascio che se la conosci la eviti altrimenti non è per te. Sembrerebbe facile al singolar tenzone riprendere il cammino fatto in questi ultimi decenni di smarrimento dei servi della gleba, ma non è così, non è possibile, non è fattibile, non è umanamente concepibile. Per dirla tutta, la metafora del concepimento non è inusuale da queste parti, ma non da quelle, indi per cui se la politica ci insegna l'enormità dei cinefili non è possibile che la teoria sia inesatta. Sarà poi la vetustà della migrazione a farci capire dove cade l'asino, saranno le vongole veraci a permetterci di espiare le colpe, sarà possibile anche abbarbicarsi sugli steli delle margherite per estorcere linfa alle rondini. Comunque sia speriamo che la tempesta ormonale che segue il tornado si appresti a giacere diffidata.

Pazzia o nevralgia?

Suvvia, immergersi nel mare cristallino è alla portata di qualsiasi bambino soprattutto se vive in Trentino. E' per questo che ho deciso di immergermi in queste acque lussureggianti in una spumante piscina. L'acqua dodecana è assai più limpida e trompia rispetto a quella salata e sporca del mare e con questo caldo mesopotamico ne è ben donde. Sarebbe facile e foriero di liete novelle spargere l'altrui saggezza dipingendo con colori vivi l'aria calda dell'estate, ma mi astengo. Ho deciso di astenermi anche per non illudere voi miserabili lettori abituati alle parche mense. Non permetterò che i figli dei figli suggino dalle mie conoscenze. Per ora è tutto, mi rivedrete presto.

giovedì 12 giugno 2008

Domotica senza robotica?

Sembrerebbe assai strano, come disse il Conte Frastaglietti da Coirapo, che nello splendore dell'essere errabondo miltasse un crugiolo. In effetti è a tutti assai nota l'altisonanza prodotta dal crugiolo quando viene immerso in un contenitore colmo d'umore. E se questo corrisponde alla realtà non v'è ragione di dubitare delle parole del nobile. Forse che la frastagliatura della frenesia articolare abbia prodotto i propri effetti? Forse che le macchine abbiano già preso il posto delle sardelle? L'ardua verità è tutta da scoprire nei sentieri che i divertenti diverticoli scavano nell'animo umano. Atroce fu colui che perse il senso del cammino e si ritrovò nel bel mezzo di un mercato ortofrutticolo senza nemmeno conoscere il sapore della ginestra. Nulla e poi nulla e ancora nulla è con questo che io vi saluto e vi rimando al prossimo intervento.

venerdì 6 giugno 2008

Errabonde metafore

Sebbene l'estate incalzi le errabonde acque continuano a cadere. I miseri campi sono arsi dall'acqua e si cammina a fatica sulle terre plumbee. Orquando, inforcando la bicicletta, mi accorsi del perdurare del maltempo. Oibò esclamai, ma perchè questo? Sentii una voce opaca provenire dal greto della strada che diceva: "Hai voluto le pere cotte? E adesso piove!" Certo la metafora non è appariscente ma tanto va la gallina al largo che ci lascia il ciclamino. Sarebbe bello poter dire con fierezza che il fango provoca tenerezza, ma poi come risollevare l'umore delle genti toscane?